COS’È LA SPONDILOARTROSI
- Veronica Matrigiani
- 14 mar
- Tempo di lettura: 7 min

La spondiloartrosi consiste in una forma di artrosi che colpisce le articolazioni a livello della colonna vertebrale. È chiamata anche spondilodiscoartrosi.
L’artrosi può colpire l’intera colonna vertebrale (in questo caso la patologia viene detta “spondilosi”), oppure riguardare solo alcune sezioni di essa. Per questo motivo, si riconoscono diverse tipologie di spondiloartrosi:
Spondiloartrosi lombare (o lomboartrosi): quando l’artrosi colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale;
Spondiloartrosi cervicale (o cervicoartrosi): nel caso in cui venga coinvolto il tratto cervicale;
Spondiloartrosi dorsale: ad essere colpito è il tratto dorsale; questa patologia ha però un’incidenza molto minore rispetto a lomboartrosi e cervicoartrosi.
L’artrosi è una malattia cronica e degenerativa, che consiste in un progressivo deterioramento del tessuto cartilagineo che riveste le ossa. Questo danno alla cartilagine fa sì che le articolazioni perdano la loro elasticità, e rende tendini e legamenti maggiormente soggetti a processi infiammatori.
Questa condizione provoca dolore e rigidità articolare nel paziente. Chiaramente, quando ciò avviene a livello della schiena, l’impatto della malattia sulla vita quotidiana del paziente è molto marcato.
Nella spondiloartrosi, ad essere colpita dal processo degenerativo tipico dell’artrosi è la cartilagine delle articolazioni intervertebrali.
La spondiloartrosi porta infatti a difficoltà di movimento, dolore, complessità nello svolgimento delle attività quotidiane, e può provocare anche una parziale perdita della propria autonomia.
Inoltre, lo sfregamento e lo stress a cui vengono sottoposte le ossa della colonna vertebrale possono portare alla formazione di osteofiti. Si tratta di escrescenze ossee che possono provocare dolore e facilitare l’insorgenza di processi infiammatori delle articolazioni.
Per questi motivi, è bene rivolgersi prontamente ad uno specialista che sia in grado di effettuare una diagnosi tempestiva e di prescrivere al paziente il miglior trattamento possibile.
Sintomi
I principali sintomi della spondiloartrosi sono:
Dolore a livello della schiena (la localizzazione del dolore sarà chiaramente diversa a seconda del tipo di spondiloartrosi di cui si soffre);
Il dolore può diffondersi anche lungo le braccia e/o le gambe;
Rigidità della colonna vertebrale;
Difficoltà di movimento della schiena;
Dolore che si accentua con il movimento o dopo essere rimasti a lungo in una posizione;
Parestesie: intorpidimento e sensazione di piccole scosse elettriche sulla colonna vertebrale.
I sintomi possono differenziarsi leggermente a seconda del tipo di spondiloartrosi.
Nella spondiloartrosi cervicale, ad esempio, i sintomi che si osservano possono essere legati alla pressione a livello di nervi spinali o anche del midollo spinale. Per questo motivo, si possono osservare:
Difficoltà di deambulazione;
Dolore che si espande dal collo fino alle spalle;
Perdita dell’equilibrio;
Rigidità a livello del collo;
Rumore di scricchiolio quando si muove il collo;
Spasmi a livello delle gambe.
Cause
La spondiloartrosi può avere diverse cause, e può essere per questo ricondotta tre differenti categorie:
Artrosi primaria: deriva da una predisposizione familiare, ma non esistono delle cause note ben precise;
Artrosi secondaria: è derivante da fattori diversi rispetto alla familiarità con la malattia, come ad esempio traumi, disturbi metabolici, malattie infiammatorie;
Artrosi terziaria: è legata all’invecchiamento. Lo sviluppo di un certo grado di artrosi, infatti, è normale con l’avanzare dell’età, e si presenta a partire dai 50 anni.
Tra le cause della spondiloartrosi vi sono:
Traumi a livello della colonna vertebrale, anche di piccola entità;
Invecchiamento;
Ripetizione di movimenti che provocano un carico eccessivo a livello delle articolazioni della colonna vertebrale;
Alterazioni della normale postura (ad esempio cifosi e scoliosi);
Aver subito degli interventi chirurgici alla schiena, come ad esempio una rimozione di un’ernia del disco.
Vi sono, inoltre, alcuni fattori che espongono a un rischio maggiore di andare incontro all’insorgenza di spondiloartrosi.
Tra questi, vi sono età e sesso. Chiaramente, l’invecchiamento rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di patologie degenerative a carico delle articolazioni.
Per quanto riguarda il sesso, invece, nelle donne intorno ai 50 anni si osserva una maggiore incidenza della spondiloartrosi. A contribuire allo sviluppo della malattia potrebbe essere, infatti, una modifica a livello della produzione degli estrogeni che avviene nel corso della menopausa.
Altri fattori di rischio sono rappresentati dal tipo di lavoro svolto e dallo stile di vita che si conduce.
Uno stile di vita poco sano, soprattutto caratterizzato da una condizione di sovrappeso e sedentarietà, può esporre a un maggiore rischio di sviluppare spondiloartrosi.
Inoltre, svolgere lavori ripetitivi, che prevedono di rimanere a lungo nella stessa posizione, oppure di compiere ripetutamente movimenti che esercitano carico e pressione sulla colonna vertebrale, aumenta il rischio di soffrire di questa malattia.
Trattamento
A seconda della gravità della spondiloartrosi, si può optare per un trattamento di tipo conservativo o chirurgico.
Tra le opzioni chirurgiche di trattamento della spondiloartrosi, vi è ad esempio la sostituzione di un disco vertebrale danneggiato con uno artificiale. Il tipo di intervento chirurgico da effettuare va comunque attentamente valutato a seconda delle condizioni cliniche del paziente.
Quando si opta per un trattamento di tipo conservativo, invece, si cerca innanzitutto di migliorare lo stile di vita del paziente. Per questo, si cerca di intervenire sulla dieta seguita e di incoraggiare il paziente ad eseguire più attività fisica.
L’opzione terapeutica maggiormente consigliata nel caso di trattamento conservativo della spondiloartrosi consiste nella combinazione di fisioterapia e antinfiammatori.
Lo specialista a cui ci si rivolge può prescrivere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che hanno l’obiettivo di ridurre l’infiammazione delle articolazioni, e con essa il dolore provato dal paziente.
Il fisioterapista, invece, assegna esercizi mirati che permettono al paziente di riuscire a recuperare parte dell’autonomia persa a causa del dolore provato, e che gli consentano di ricominciare ad effettuare le sue attività quotidiane senza dolore.
Gli esercizi devono essere sempre assegnati da un fisioterapista esperto, che definisce un piano terapeutico personalizzato sulla base della condizione e dei sintomi del paziente.
Tali esercizi vanno eseguiti in maniera costante, ma è indicato il riposo qualora sopraggiungesse un dolore eccessivo.
Durante il momento di riposo, però, è bene non tenere per troppo tempo la stessa posizione. Infatti, solitamente il dolore dovuto a spondiloartrosi peggiora quando si mantiene la stessa postura per diverso tempo.
Per trattare i sintomi della spondiloartrosi, è possibile eseguire diverse terapie manuali e strumentali che hanno l’obiettivo di ridurre dolore e infiammazione a livello articolare.
Prevenzione
La miglior forma di prevenzione della spondiloartrosi consiste nel seguire uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata e regolare esecuzione di attività fisica.
Tali accorgimenti dovrebbero essere adottati soprattutto da coloro che sono consapevoli di una familiarità per questa patologia.
Lo svolgimento di regolare attività fisica è importante per rispondere ad alcuni dei fattori di rischio che incidono maggiormente sullo sviluppo della spondiloartrosi: la condizione di sovrappeso e di sedentarietà.
Anche il regolare svolgimento di sessioni di stretching è importante per ridurre gli effetti negativi generati da lavori ripetitivi che pongono pressione o peso sulla schiena, altro importante fattore di rischio.
Categorie a rischio
Avendo considerato i vari fattori di rischio e le cause della spondiloartrosi, si può affermare che i soggetti maggiormente a rischio di sviluppare questa patologia sono:
Persone di età superiore ai 50 anni;
Donne;
Individui con familiarità verso l’artrosi;
Lavoratori che svolgono mansioni ripetitive;
Persone che svolgono lavori che prevedono di sollevare pesi o di fare numerosi sforzi;
Pazienti che si sono sottoposti a interventi chirurgici a livello della colonna vertebrale;
Persone che hanno subito traumi alla schiena, anche lievi.
Tutte queste condizioni, infatti, per motivi diversi espongono al rischio di sviluppare la patologia.
Riabilitazione
Per favorire la riduzione del dolore e dell’infiammazione articolare, si possono eseguire diverse terapie strumentali e manuali.
I trattamenti fisioterapici che si possono attuare in caso di spondiloartrosi sono molteplici. Tuttavia, essi devono essere sempre accuratamente valutati dal fisioterapista esperto all’interno di un piano terapeutico e riabilitativo personalizzato per il singolo paziente.
La tecarterapia consiste in un procedimento che, mediante una piastra, genera calore direttamente all’interno della zona sottoposta al trattamento.
La tecarterapia, mediante il calore generato dal dispositivo, è in grado di ridurre l’infiammazione a livello delle articolazioni.
TENS è l’acronimo di Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation (stimolazione elettrica nervosa transcutanea) e l’obiettivo principale è quello di far diminuire la percezione di dolore al paziente favorendo la liberazione delle endorfine.
Questa terapia prevede l’erogazione di correnti elettriche bifasiche, la cui intensità viene decisa a seconda delle necessità terapeutiche.
Le correnti vengono erogate attraverso elettrodi adesivi posizionati sulla cute, e agiscono sulle fibre nervose sensitive, innalzando la soglia del dolore del paziente e favorendo la liberazione di endorfine, le quali hanno la capacità di ridurre il dolore provato.
La terapia con ultrasuoni viene erogata attraverso vibrazioni acustiche di intensità variabile, non percepibili all’orecchio umano.
La penetrazione di queste onde sonore permette di ottenere un effetto simile a quello di un massaggio eseguito in profondità. Tra i principali benefici vi è dunque la riduzione del dolore e dell’infiammazione.
La massoterapia consiste in una terapia manuale che si svolge attraverso una serie di tecniche di massaggio.
Questa forma di terapia è da considerare, infatti, come un insieme di tecniche che hanno lo scopo di far recuperare e far giungere il paziente al benessere, attraverso manipolazioni volte a curare processi che possono essere sia localizzati che generalizzati.
La massoterapia si concentra in particolare sull’area della schiena (Massoterapia lombare) e del collo (Massoterapia Cervicale). È dunque molto utile nel trattamento dei due principali tipi di spondiloartrosi più comuni.
Tra i benefici della massoterapia per patologie come la spondiloartrosi vi è la stimolazione del cervello al rilascio di endorfine e la riduzione dei segnali nervosi che sono responsabili della percezione del dolore.
A chi rivolgersi
La diagnosi di spondiloartrite viene generalmente effettuata da un ortopedico e/o da un reumatologo. Altri specialisti di riferimento sono neurochirurgo e il fisiatra.
Queste figure professionali esperte si occuperanno di inquadrare i sintomi riferiti dal paziente all’interno del corretto quadro diagnostico. Discuteranno, inoltre, con il paziente le possibilità terapeutiche da intraprendere.
Il fisioterapista, invece, si occupa di assegnare al paziente gli esercizi migliori per recuperare la piena capacità di movimento. Inoltre, il fisioterapista predispone, in accordo con le altre figure professionali specializzate, le terapie manuali o strumentali utili a ridurre il dolore provato dal paziente.
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