Cos’è la lombosciatalgia
- Veronica Matrigiani
- 14 mar
- Tempo di lettura: 6 min

Per lombosciatalgia si intende una condizione dolorosa che interessa la schiena nella zona lombare, ovvero quella parte che si trova in fondo alla schiena.
Il dolore tipico della lombosciatalgia non coinvolge solo la schiena, ma si diffonde solitamente lungo uno dei glutei e arriva fino agli arti inferiori, arrivando ad interessare anche il piede.
I pazienti che soffrono di questa patologia possono riferire tipi di dolori diversi. Per alcuni il dolore è simile ad una sensazione di bruciore, mentre altri riferiscono di percepire una sorta di scossa elettrica in tutta la zona interessata.
Generalmente la sintomatologia dolorosa è monolaterale, ovvero coinvolge un solo lato del corpo.
La lombosciatalgia viene comunemente chiamata “sciatica”, poiché la sua causa risiede proprio nell’infiammazione del nervo sciatico.
Il nervo sciatico è uno dei nervi più lunghi del corpo umano. Si origina a partire dalla regione del gluteo, percorre la zona della coscia e l’intero arto inferiore, per poi diramarsi fino alla pianta e al dorso del piede.
Il nervo sciatico è un nervo misto, ovvero svolge sia la funzione di controllo motorio tipica dei nervi efferenti (anche detti nervi motori), sia la funzione sensitiva dei nervi afferenti (nervi sensitivi).
Per via della sua duplice natura, un danno del nervo sciatico può provocare non solo una sintomatologia dolorosa, ma anche un’importante limitazione del movimento e altri sintomi inerenti alla sfera motoria.
Sintomi
Il sintomo principale della lombosciatalgia è rappresentato dal tipico dolore avvertito dai pazienti, che coinvolge la zona della schiena, del gluteo, della gamba e talvolta anche del piede.
La sintomatologia dolorosa può rendere difficile al paziente alcuni movimenti, come ad esempio sedersi e rialzarsi.
Generalmente il dolore si intensifica quando si compiono degli sforzi, ma se ne può avvertire un peggioramento anche quando si tossisce o starnutisce.
In caso di lombosciatalgia, possono presentarsi altri sintomi, che interessano le medesime parti colpite dal dolore:
Intorpidimento;
Sensazione di debolezza;
Perdita di sensibilità;
Parestesie (formicolii);
Difficoltà a camminare e zoppia.
Nei casi più gravi, il danno al nervo sciatico può portare anche a perdere la capacità di deambulazione o il controllo della vescica e delle funzioni intestinali.
Cause
La causa della lombosciatalgia consiste nell’infiammazione del nervo sciatico, provocata da un danno subìto dal nervo oppure da una sua compressione.
Questa infiammazione può essere provocata da diversi fattori scatenanti. Tra le cause più frequenti di lombosciatalgia vi sono:
Traumi che coinvolgono la zona lombare della schiena;
Ernia del disco;
Sindrome del piriforme: si tratta di una patologia in cui il muscolo piriforme (situato nella zona del gluteo) comprime il nervo sciatico; è spesso provocata da traumi e/o sforzi eccessivi;
Alterazione dei dischi intervertebrali a livello lombare e sacrale (discopatia).
Tra le cause più comuni, quella che si osserva più spesso come fattore scatenante della lombosciatalgia è l’ernia del disco.
La maggior parte dei casi di lombosciatalgia, infatti, è causata dal materiale discale fuoriuscito dal disco intervertebrale danneggiato (condizione tipica dell’ernia del disco). Tale materiale, fuoriuscendo dal disco, comprime una parte del nervo sciatico, generando infiammazione.
La lombosciatalgia può inoltre insorgere conseguentemente a un tumore spinale. In questo, infatti, la crescita della massa neoplastica può portare ad uno schiacciamento del nervo sciatico.
Tuttavia, una delle cause più frequenti di lombosciatalgia è la conduzione di uno stile di vita poco sano, caratterizzato in particolare da sovrappeso e sedentarietà.
Queste condizioni, infatti, rappresenterebbero due importanti fattori di rischio per l’alterazione della struttura della colonna vertebrale.
Un ulteriore fattore di rischio consiste nello svolgere particolari categorie di lavori, in particolare lavori che richiedono frequentemente di sollevare pesi sulla schiena, oppure che espongono al rischio di traumi nella zona lombare.
Trattamento
Per il trattamento della lombosciatalgia, generalmente l’opzione terapeutica più indicata prevede una combinazione di farmaci e fisioterapia.
Qualsiasi terapia prescritta, sia farmacologica che fisioterapica, deve sempre essere conseguente ad un’attenta valutazione da parte di figure mediche esperte, e rientrare all’interno di un programma terapeutico personalizzato e specifico per ogni paziente.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica, al paziente possono essere prescritti antidolorifici e antinfiammatori non steroidei (FANS). Questi farmaci hanno l’obiettivo di ridurre l’infiammazione del nervo sciatico, riducendo così anche la sintomatologia dolorosa.
Allo stesso scopo possono essere impiegati anche farmaci miorilassanti.
Nella fase più acuta della malattia, è indicato il riposo assoluto. In questa fase, il fisioterapista esperto può utilizzare, in combinazione con la terapia farmacologica, alcune tecniche di terapia manuale utili a ridurre il dolore.
Gli strumenti fisioterapici utilizzati per il trattamento della lombosciatalgia sono tutti atti a ridurre l’infiammazione del nervo sciatico, e con essa la sintomatologia dolorosa che ne deriva.
Una delle terapie più utilizzate per questo scopo è la magnetoterapia. La magnetoterapia impiega dei campi magnetici generati a bassa intensità e dalla frequenza variabile. I campi magnetici generati hanno la capacità di agire sul potenziale d’azione delle cellule, stimolando così:
Migliore ossigenazione della cellula;
Migliore circolazione sanguigna;
Generazione di un effetto analgesico.
Quando il dolore acuto si riduce, il fisioterapista può impiegare anche terapie manuali in combinazione con degli specifici esercizi che vengono insegnati al paziente.
Al paziente viene inoltre consigliato di seguire un programma riabilitativo fisioterapico che gli consenta di prevenire ulteriori riacutizzazioni.
Nei casi in cui il dolore si protrae per molto tempo e non risponde alla terapia farmacologica, può essere indicata l’esecuzione di un intervento chirurgico. Tale intervento ha l’obiettivo di trattare la causa dell’infiammazione.
Se la lombosciatalgia è stata provocata dall’ernia del disco, ad esempio, si esegue una disectomia. Questa operazione consiste nella rimozione della parte del disco intervertebrale che, avendo subìto un danno, provoca l’infiammazione del nervo sciatico.
Prevenzione
Per prevenire la lombosciatalgia, è importante innanzitutto identificare i possibili fattori di rischio che concorrono allo sviluppo della patologia.
Tra i fattori di rischio rientrano soprattutto lo stile di vita sedentario, il sovrappeso e il tipo di lavoro svolto.
La prevenzione della lombosciatalgia richiede dunque di:
Seguire un’alimentazione bilanciata e controllata;
Condurre una regolare attività fisica;
Essere molto cauti durante lavori che richiedono di sostenere un carico importante sulla schiena;
Fare attenzione al mantenimento di una postura corretta.
Per chi già ha sofferto di lombosciatalgia in passato, è opportuno intraprendere un percorso di fisioterapia mirato a evitare riacutizzazioni della patologia.
Categorie a rischio
Tra le persone maggiormente a rischio di sviluppare lombosciatalgia troviamo:
Persone che seguono uno stile di vita sedentario;
Individui in condizione di sovrappeso;
Chi svolge lavori pesanti che richiedono di sollevare carichi importanti sulla schiena;
Persone di età avanzata;
Pazienti affetti da artrite e da diabete;
Individui che hanno subito traumi nella zona lombare della schiena.
Tra le categorie a rischio troviamo i pazienti affetti da diabete. Ciò avviene perché tra le complicanze del diabete può manifestarsi la neuropatia diabetica.
La neuropatia diabetica consiste in un’alterazione della funzionalità dei nervi periferici (tra i quali rientra anche il nervo sciatico). Tale alterazione può provocare disturbi sensitivi, di cui uno dei più comuni è il dolore.
Riabilitazione
Una volta superata la fase più acuta del dolore, nella quale è prescritto generalmente il riposo assoluto, al paziente viene consigliato un programma fisioterapico riabilitativo.
Anche in questo caso, il programma riabilitativo deve essere sempre personalizzato per lo specifico paziente e prendere in considerazione le sue condizioni di salute.
Il programma riabilitativo ha lo scopo di correggere la postura del paziente e di ottenere una maggiore flessibilità del tronco. Questi obiettivi sono funzionali ad evitare riacutizzazioni future della patologia.
La riabilitazione può prevedere sia manipolazioni da parte del fisioterapista, sia l’assegnazione di specifici esercizi da svolgere.
Può essere inoltre consigliato al paziente di seguire corsi di ginnastica posturale. L’attività fisica che si intraprende nel corso della ginnastica posturale mira, infatti, ad una rieducazione motoria e funzionale del paziente.
A chi rivolgersi
Gli specialisti di riferimento nel caso in cui si sospetti di soffrire di lombosciatalgia sono soprattutto il neurologo e il fisiatra, oltre che il neurochirurgo e l’ortopedico.
In fase di trattamento ci si può inoltre rivolgere ad un fisioterapista esperto per stabilire un programma terapeutico e riabilitativo personalizzato.
La diagnosi avviene primariamente attraverso l’esame obiettivo del paziente e attraverso lo studio della sua anamnesi, ovvero della sua storia clinica.
Tuttavia, i medici specialisti possono decidere di ricorrere anche ad altre strumentazioni utili a individuare la causa scatenante dei sintomi.
Possono essere prescritte, ad esempio, una TAC o una risonanza magnetica della colonna vertebrale per verificare la presenza di ernia del disco, degenerazioni dei dischi intervertebrali o tumori.
Inoltre, può essere condotto anche un esame elettromiografico per valutare la funzionalità dei nervi periferici.
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