LESIONE LEGAMENTO SPALLA: DEFINIZIONE, CAUSE, CURA A ROMA
- Veronica Matrigiani
- 14 mar
- Tempo di lettura: 5 min

La spalla è la parte del corpo umano che connette gli arti superiori con il tronco.
La spalla si compone di tre ossa:
Clavicola;
Scapola;
Omero.
Oltre a queste tre ossa, l’anatomia della spalla comprende:
Cinque articolazioni;
Quattro legamenti;
Tendini, muscoli e nervi che permettono il movimento;
Vasi sanguigni.
La spalla rende possibile l’articolazione delle braccia, dunque una qualsiasi lesione ai muscoli, alle articolazioni, ai legamenti o ai tendini della spalla potrebbe risultare in un’importante riduzione del movimento.
Identificare correttamente la localizzazione della lesione è fondamentale per predisporre un corretto piano terapeutico e per favorire la ripresa della mobilità del paziente.
Definizione
I legamenti e i tendini svolgono il compito di stabilizzare il legame tra omero e scapola.
Sebbene vengano spesso confusi tra loro, legamenti e tendini svolgono due funzioni distinte pur essendo entrambi composti da fibre di collagene di tipo I.
Mentre i tendini sono responsabili della connessione tra muscoli e ossa, i legamenti si occupano del legame di due capi ossei tra loro.
I legamenti della spalla sono quattro:
Il legamento gleno-omerale;
il legamento omerale trasverso;
legamento coraco-acromiale;
il legamento coraco-omerale.
I legamenti sono strutture molto resistenti, ma poco elastiche. Dunque, se sottoposti a traumi possono subire stiramenti, strappi e rotture.
Le lesioni ai legamenti sono tipicamente di origine traumatica, e possono provocare distorsioni.
La distorsione della spalla, infatti, è causata dalla lacerazione dei legamenti della spalla. La lacerazione dei legamenti può essere totale o parziale, e ad essere lacerati possono essere uno o più legamenti.
Un altro frequente tipo di lesione ai legamenti sono le lussazioni e le sublussazioni, che interessano i legamenti che si occupano di stabilizzare il rapporto tra omero e la cavità glenoidea.
La lesione ai legamenti può essere distinta in tre gradi, a seconda della sua gravità:
Lesione di I grado: il danno al legamento è minimo; il paziente riferisce dolore e limitato gonfiore della spalla, ma la funzionalità del legamento rimane integra.
Lesione di II grado: rottura parziale del legamento; circa il 50% delle fibre totali del legamento è stato danneggiato; il dolore riferito dal paziente è intenso e il movimento è ridotto.
Lesione di III grado: rottura completa del legamento, con dolore molto intenso riferito dal paziente; articolazione instabile e perdita totale della funzione del legamento.
Sintomi
Chiaramente, tra i sintomi più comuni della lesione legamentosa vi è il dolore localizzato e più o meno intenso che il paziente riferisce.
Oltre ad essere dolente soprattutto alla palpazione e quando il paziente cerca di muoverla, la spalla può risultare gonfia e presentare ecchimosi dovute ad emorragie.
Può anche accadere che la spalla si presenti con un aspetto distorto, che suggerisce la presenza di lussazioni o sublussazioni.
Uno dei sintomi più evidenti di una lesione al legamento della spalla è l’instabilità articolare.
L’instabilità articolare si riferisce ad una condizione in cui il paziente avverte che la sua spalla non rimane nella normale posizione.
Essa è spesso causata da un trauma, a cui segue una lesione capsulo-legamentosa. L’instabilità che il paziente riferisce nel caso di un trauma è frequentemente unidirezionale, nella maggior parte dei casi anteriore. Si parla in questi casi di lesione di Bankart.
Il dolore o gli altri sintomi possono essere più o meno evidenti e intensi a seconda dell’entità del danno subito dal paziente, dal quale dipenderà anche il trattamento da intraprendere e la durata del percorso riabilitativo.
Cause
La causa più frequente di lesioni ai legamenti della spalla è una causa traumatica.
A subire una lesione dei legamenti per cause traumatiche sono soprattutto gli sportivi, in particolare chi pratica sport di contatto come rugby, calcio o arti marziali.
Tuttavia, a provocare lesioni ai legamenti della spalla possono essere sia traumi ad alta energia che a bassa energia.
I traumi a bassa energia sono generalmente rappresentati da cadute accidentali o da contusioni a cui si va incontro durante semplici attività quotidiane.
I traumi ad alta energia, al contrario, sono più intensi e dagli effetti potenzialmente più debilitanti, come nel caso di un incidente automobilistico.
Trattamento e cura
Le lesioni ai legamenti possono attraversare tre fasi: quella infiammatoria, quella proliferativa e la fase di rimodellamento.
Fase infiammatoria: questa fase è successiva al trauma. In questo momento, a causa della contusione, possono verificarsi sanguinamento e infiammazione che provocano nel paziente la sensazione di dolore acuto.
Fase proliferativa: è la fase di inizio della guarigione. In questa fase iniziano infatti a rigenerarsi le fibre di collagene che sostituiranno quelle che sono state danneggiate a seguito del trauma.
Fase di rimodellamento: in questa fase si riacquista la mobilità della spalla grazie alla completa maturazione delle fibre di collagene che hanno sostituito quelle strappate.
La diagnosi di una lesione legamentosa avviene nel corso dell’esame fisico del paziente. La conferma della diagnosi può avvenire tramite risonanza magnetica o TAC. Può essere inoltre utile il ricorso ad una radiografia per escludere potenziali fratture.
I legamenti sono dotati di una discreta capacità riparativa, dunque il trattamento più frequente per queste lesioni è di tipo conservativo. Nell’attesa che la lesione arrivi alla fase proliferativa e successivamente a quella di rimodellamento, si cerca di immobilizzare l’arto.
Per il trattamento conservativo delle lesioni ai legamenti si tende ad utilizzare tutori o bendaggi funzionali. Il bendaggio funzionale impiega delle bende elastiche che permettono di proteggere l’arto da sollecitazioni eccessive o dolorose, preservando allo stesso tempo una discreta capacità di movimento per il paziente.
Particolarmente indicata per le lesioni ai legamenti è la terapia PRICE. L’acronimo PRICE indica gli elementi che compongono questa terapia:
Protezione (Protection): applicazione di tutori o bendaggi per evitare di subire nuove lesioni o di aggravare quella già presente;
Riposo (Rest): limitare l’attività fisica per accelerare il processo di guarigione;
Ghiaccio (Ice): da applicare per 15-20 minuti il più spesso possibile, preferibilmente entro le prime 24-48 ore dalla lesione;
Compressione (Compression): assieme al ghiaccio riduce gonfiore e dolore;
Sollevamento (Elevation): sollevare l’arto in modo da drenare i liquidi dalla lesione, favorendo la riduzione del gonfiore.
Mentre nei casi di lacerazione parziale delle fibre dei legamenti è sufficiente un intervento di tipo conservativo, in casi particolarmente gravi si può ricorrere ad un intervento chirurgico.
La chirurgia si rende necessaria soprattutto nel caso di lesioni di III grado che comportano la totale perdita funzionale del legamento.
Per aiutare il paziente nel recupero della mobilità, il fisioterapista esperto può insegnare al paziente alcuni esercizi: attraverso una corretta sollecitazione meccanica, infatti, si potrà favorire il corretto allineamento delle nuove fibre di collagene che hanno sostituito quelle danneggiate dal trauma.
Tali esercizi andranno svolti solo a seguito di una prima fase di riposo e di immobilizzazione dell’arto, onde evitare di peggiorare la lesione esistente o di provocarne di nuove.
I tempi di ripresa possono essere variabili e dipendono soprattutto dalla gravità della lesione, dall’età e dalla condizione fisica del paziente. Solitamente si impiegano diverse settimane, tra le 4 e le 6, per ottenere la completa guarigione.
Nei casi più gravi, come quelli che richiedono un intervento, possono essere necessari alcuni mesi per recuperare un buon livello di mobilità, anche se il tessuto riparato raramente tornerà all’originale forza tessile.
Prevenzione
Poiché ad essere soggetti a lesioni ai legamenti sono soprattutto gli sportivi, è opportuno che per prevenire tali lesioni venga sempre condotta un’adeguata sessione di stretching prima di ogni allenamento.
È bene inoltre prestare attenzione al modo in cui si svolge attività fisica: questo tipo di lesioni possono talvolta essere legate ad un’attività fisica svolta in maniera scorretta o ad uno sforzo eccessivo durante l’allenamento.
Alcuni importanti fattori protettivi della salute delle articolazioni sono strettamente legati allo stile di vita che si segue. I fattori di rischio che riducono l’afflusso di sangue agli arti periferici e aumentano il rischio di infiammazioni e lesioni ai legamenti includono:
Fumare;
Seguire un’alimentazione scorretta;
Un eccessivo consumo di alcolici.
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