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IONOFORESI

 

La tecnica della Ionoforesi consiste nell’applicazione di elettrodi cutanei imbevuti del farmaco che, in questo modo, penetra all’interno dei tessuti nei quali ha sede l’infiammazione. I farmaci più utilizzati per le applicazioni sono gli antinfiammatori non steroidei, i cortisonici e/o i chelanti del calcio.

Differenze tra Ionoforesi e Tens

 

Diversamente dalla TENS, questa tecnica utilizza una corrente continua (da 5 a 10 mA); quest’ultima viene prodotta da un generatore e trasmessa ai due elettrodi che andranno a contatto con la cute del paziente. I due elettrodi hanno poli opposti; il farmaco deve essere posto sull’elettrodo che ha lo stesso polo. Successivamente, l’elettrodo con il farmaco verrà posizionato nella zona da trattare, mentre il secondo elettrodo sarà posto nelle vicinanze. Per un risultato efficace, occorre pulire bene la zona dell’epidermide da trattare, in modo tale da assicurare la penetrazione del farmaco.

Quali farmaci si usano?

 
 

Le tipologie di farmaci più usati nella ionoforesi si possono dividere in base alla polarità dell’elettrodo sul quale verranno applicati:

  • polarità negativa: acetilato di lisina, flumetasone, indometacina sale di glumina, diclofenac sodico, ketoprofene.

  • polarità positiva: glicole salicilato, baclofene, dantrolene, fenilbutazone, cortisone e idrocortisone, metile nicotinato, novocaina, carbaina, benzidamina, vitamine B1 e B2.

Critiche e benefici reali

 

Questa terapia è stata oggetto di critica: ad esempio, alcuni sostengono che la trasformazione del farmaco in forma ionica potrebbe causare l’alterazione delle sue caratteristiche e quindi della sua efficacia. Nonostante ciò, la ionoforesi è molto utilizzata perché ha dei vantaggi notevoli:

1. somministrando il farmaco direttamente nell’area in questione si evitano i possibili effetti collaterali accorciando i tempi di guarigione;
2. basso tasso di reazione ai farmaci in quanto questi non hanno eccipienti;
3. il trattamento è indolore;
4. si allunga l’emivita del farmaco perché, accumulandosi negli interstizi, viene rilasciato più lentamente;
5. il paziente percepisce un effetto antidolorifico in quanto aumenta la soglia di eccitabilità, data dalla iperpolarizzazione delle terminazioni nervose.

Quanto dura una seduta?

 

Una seduta di ionoforesi dura all’incirca 30 minuti e può essere eseguita su parti del corpo come mani, piedi, ascelle, braccia, addome, fianchi, glutei e gambe.

Controindicazioni

 

Questa terapia è sconsigliata ai pazienti che hanno lesioni della cute, a coloro che soffrono di neuropatie multiple, aritmia cardiaca, ai portatori di pacemaker, protesi metalliche e spirale uterina. Sì aggiungono a questa lista anche i soggetti epilettici e le donne in gravidanza.

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