Come si svolge la riabilitazione in caso di protesi d’anca

By 14 Luglio 2021Articoli
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Come si svolge la riabilitazione in caso di protesi d’anca

La riabilitazione in caso di protesi d’anca è uno step fondamentale che permette la guarigione completa del paziente dall’intervento chirurgico.

Prima di entrare nel merito, è necessario sostenere che le protesi all’anca sono necessarie in seguito ad un’usura delle faccette cartilaginee dell’anca dovute all’età avanzata o in seguito ad un episodio traumatico.

Il dolore dell’anca e la condizione semi-invalidante comportano la scelta di una protesi adatta alle proprie esigenze.

Dopo l’intervento a livello chirurgico, è importante rieducare il paziente alla mobilità articolare mediante esercizi mirati e adeguati alla condizione d’interesse.

Gli esercizi di fisioterapia consentiranno al paziente di:

  • Ridurre i tempi di recupero della mobilità;
  • Riacquisire indipendenza ed autonomia.

La riabilitazione è quindi funzionale al recupero dei movimenti liberi delle articolazioni, senza la percezione costante del dolore.

Nelle prime settimane post-intervento, è fondamentale evitare movimenti di intrarotazione e abduzione e sforzi non necessari che potrebbero andare a compromettere il recupero della mobilità articolare.

Alcuni consigli da seguire per le prime 8-10 settimane:

  • Non guidare;
  • Evitare sedie troppo basse;
  • Non accavallare le gambe;
  • Dormire con un cuscino tra le gambe per impedire l’abduzione dell’articolazione;
  • Indossare scarpe comode;
  • Usare il calzascarpe.

 

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Quali sono gli esercizi consigliati

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All’intervento chirurgico segue una fase di recupero, esattamente già dopo le 48 ore.

Insieme ad uno specialista, sarà possibile iniziare con la riabilitazione effettuando piccoli movimenti di estensione e flessione della caviglia e del ginocchio.

In seguito, con l’aiuto di un fisioterapista, si effettuano esercizi differenti per:

  • Il recupero della mobilità: massima apertura e chiusura dell’articolazione;
  • Rafforzare l’anca e la muscolatura;
  • Evitare usura precoce dell’anca.

Scendere e risalire sul letto

Da supino sollevare la schiena sostenendosi sui gomiti, portando il dorso del piede sano sotto la caviglia dell’arto operato.

Ruotarsi sul dorso portando le gambe fuori dal letto. Portare, poi, i piedi per terra in modo parallelo sostenendosi sulla gamba non operata.

Ora, cercare di risalire sul letto con le mani appoggiate all’indietro scivolando sul letto per riuscire a raggiungere una posizione da seduti.

Flessione e contrazione

Portare nuovamente il corpo nella posizione supina, cercando di flettere e stendere la caviglia.

Inspirare e portare l’arto verso la testa, espirare e fare la punta.

Appoggiando il calcagno dell’arto operato su di un cuscino o un asciugamano piegato, premere la parte posteriore del ginocchio dell’arto operato verso il letto.

Abduzione dell’anca

Sdraiarsi sul fianco dell’arto sano, poi flettere il ginocchio della gamba sana.

L’arto operato sarà appoggiato a quello sano. Mantenere l’arto operato esteso e alzarlo verso l’alto, evitando movimenti bruschi.

Allacciare le scarpe

Piegare il busto verso il basso, evitando di raggiungere con il corpo il piede dell’arto operato.

Per evitare movimenti pericolosi, assicurarsi di passare internamente al ginocchio con le mani e con il busto.

Salire e scendere le scale

Servirsi di un corrimano per appoggiarsi dal lato dell’arto operato e dall’altro con una stampella.

Facendo leva sulla stampella e sul corrimano, staccare il piede sano e portarlo sullo scalino superiore. Una volta in cima, ripetere la stessa operazione all’inverso.

Camminare con le stampelle

Camminare con due stampelle appoggiandole circa mezzo metro rispetto ai propri piedi.

Portare il piede dell’arto operato avanti in corrispondenza delle due stampelle e spostare il peso sul piede sano portandolo verso quello operato.

Quali strumenti sono necessari

Gli strumenti necessari per la riabilitazione dell’anca sono:

  • Stampelle;
  • Treppiede;
  • Girello.

Potrebbe essere necessaria anche una calza elastica che funge da supporto all’arto operato.

Quanto dura la riabilitazione

La riabilitazione dopo un intervento di artroprotesi dell’anca può avere una durata variabile.

Dipende dall’età e dalla forza di volontà del soggetto sottoposto a riabilitazione.

Generalmente dura dalle 8 alle 10 settimane, all’incirca si contano 25 sedute.

A seconda del soggetto e dalle esigenze del caso specifico, le sedute con il fisioterapista possono avere una cadenza di 2-3 volte alla settimana.

Si possono accelerare i risultati

I risultati della riabilitazione variano a seconda della condizione e dall’età del paziente di riferimento.

Più il soggetto è giovane e la condizione d’interesse è lieve, più ha probabilità di accelerare i risultati e recuperare il movimento dell’articolazione.

La riabilitazione è dolorosa?

Il dolore percepito è soggettivo.

Sarà compito del professionista a cui ci si affida, di comprendere le esigenze e gli esercizi mirati in modo tale da ridurre i tempi e migliorare la condizione del soggetto interessato.

Dove trovare un centro d’eccellenza nella riabilitazione della protesi d’anca a Roma

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