
L’articolazione temporo-mandibolare (ATM) è un’articolazione che svolge la funzione di unire il cranio alla mandibola e di permettere un corretto movimento mascellare attraverso il sistema di tendini e muscoli che fanno parte della sua struttura.
Come tutte le articolazioni, anche quella temporo-mandibolare può essere colpita da alcuni disturbi, provocati da disfunzioni o danni alle ossa, ai muscoli o ai tendini che la compongono.
Questa articolazione è fondamentale per svolgere attività quotidiane come la masticazione. Dunque, una disfunzione di questa struttura potrebbe rappresentare un grave danno per la vita del paziente, anche a causa del dolore spesso molto intenso a cui si associano i disturbi ATM.
I disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare sono diversi. Tra i più comuni troviamo:
Sindrome del dolore miofasciale: tensione muscolare delle aree temporo-mandibolari, spesso dovuta ad un eccessivo affaticamento dei muscoli;
Artrite: infiammazione cronica e progressiva dell’articolazione, probabilmente di natura autoimmune;
Artrosi: progressivo deterioramento dell’articolazione;
Ipermobilità: estensione eccessiva dell’articolazione e dei suoi legamenti, che può portare ad un dislocamento della mascella e può essere provocata da un trauma.
I disturbi temporo-mandibolari sono molto diffusi e si stima che queste patologie colpiscano dal 2 al 7% della popolazione generale, con una frequenza maggiore negli individui di sesso femminile tra i 25 e i 40 anni.
Sintomi
Il sintomo principale di un disturbo temporo-mandibolare è il dolore localizzato nella zona dell’articolazione, che si trova in prossimità dell’orecchio.
Il dolore può manifestarsi anche a livello della testa, dando luogo a episodi di cefalea, e propagarsi anche ai denti, al collo e alle spalle.
Spesso gli episodi di cefalea provocati da disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare non rispondono al normale trattamento e diventano causa di dolore ricorrente per il paziente.
La sintomatologia dolorosa si accompagna ad altri sintomi, quali:
Rigidità dell’articolazione;
Rigidità del collo e delle spalle;
Difficoltà ad aprire completamente la bocca;
Udire un “clic” quando si apre o chiude la bocca;
Disturbi del sonno;
Vertigini;
Disturbi dell’udito (come fischi o riduzione dell’udito).
Cause
Le cause dei disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare sono diverse e sono spesso riconducibili a condizioni o patologie che provocano un’eccessiva tensione dei muscoli dell’ATM.
Chiaramente, le cause variano largamente a seconda di quale sia lo specifico disturbo del paziente. Nel caso dell’artrite, ad esempio, la causa precisa è ancora sconosciuta, sebbene si ritenga che il disturbo abbia un’origine autoimmune.
Diverso è invece il caso della sindrome del dolore miofasciale, che è spesso dovuta a fenomeni che provocano un’eccessiva tensione muscolare, quali:
Stress, che si può manifestare proprio attraverso la tensione dei muscoli;
Bruxismo: contrazione dei muscoli dovuta a un involontario digrignamento dei denti, soprattutto durante il sonno;
Malocclusione dentale: una condizione in cui l’arcata superiore e inferiore dei denti non si congiungono correttamente;
Problemi posturali;
Traumi al cranio o al collo.
Tutte queste condizioni possono infatti provocare eccessiva tensione muscolare e dolore all’articolazione temporo-mandibolare.
Spesso, infatti, l’eziologia di questi disturbi non può essere ricondotta a un solo fattore causale, ma deriva dalla combinazione di più elementi e problematiche.
Talvolta, il disturbo temporo-mandibolare può essere provocato anche da una prolungata seduta odontoiatrica che porta ad uno sforzo eccessivo della muscolatura di questo distretto.
Conseguenze
La principale conseguenza di un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare consiste nel perdurare della sintomatologia dolorosa del paziente.
Questa condizione di dolore può diventare cronica e invalidante per chi ne soffre, in quanto pone importanti limitazioni ad attività quotidiane come mangiare o parlare, attività in cui l’articolazione temporo-mandibolare svolge un ruolo essenziale.
Il dolore può inoltre tendere a propagarsi nel corso del tempo. Se inizialmente interessa solo l’area della mandibola, può in seguito coinvolgere anche le zone del collo e delle spalle.
Diagnosi
In genere, ad effettuare la diagnosi può essere sia la figura del medico che dell’odontoiatra.
Gli strumenti impiegati da queste figure professionali possono essere l’esame obiettivo e l’anamnesi del paziente, insieme a un eventuale ricorso a determinati esami per confermare la diagnosi.
Durante l’esame obiettivo, il medico o l’odontoiatra possono eseguire delle delicate manipolazioni della mandibola al fine di valutare i sintomi riferiti dal paziente, come il dolore o l’eventuale manifestazione del suono “clic” quando si apre e chiude la bocca.
Gli esami diagnostici che possono essere prescritti sono:
Radiografia;
Risonanza magnetica;
Tomografia assiale computerizzata (TAC);
Polisonnografia.
Mentre i primi tre esami servono a osservare le condizioni strutturali dell’articolazione temporo-mandibolare, la polisonnografia valuta la presenza di disfunzioni del sonno (come ad esempio il bruxismo) che potrebbero provocare il disturbo.
Trattamento
Il trattamento per i disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare varia a seconda della causa scatenante della patologia.
In genere, il trattamento prevede una combinazione di:
Farmacoterapia;
Fisioterapia;
Utilizzo di dispositivi ortodontici.
L’intervento chirurgico, eseguito da un chirurgo maxillo-facciale esperto, si rende necessario solamente nei casi più gravi e resistenti ad altri trattamenti.
Il trattamento più adatto va sempre definito sulla base delle condizioni di salute del paziente e dei suoi sintomi e va inoltre portato avanti seguendo un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali.
Farmacoterapia
Generalmente, i farmaci che vengono prescritti ai pazienti che soffrono di questi disturbi vengono impiegati per alleviare i sintomi di tali condizioni.
I farmaci più comunemente prescritti sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e i farmaci miorilassanti: entrambi hanno la funzione di ridurre la sintomatologia dolorosa e di favorire il rilassamento dei muscoli dell’articolazione temporo-mandibolare.
Talvolta, se si ritiene che il disturbo abbia avuto origine da una condizione di stress eccessivo, il medico può decidere di prescrivere un farmaco appartenente alla classe delle benzodiazepine, un tipo di farmaci che hanno effetti ansiolitici e sedativi.
Sebbene queste vengano utilizzate per favorire il sonno e ridurre tensione e stress, esse non rappresentano una soluzione definitiva al disturbo e il loro utilizzo deve essere circoscritto a un breve periodo di tempo.
Fisioterapia
La fisioterapia nel caso di disturbi temporo-mandibolari può basarsi sia sull’esecuzione di manovre manuali, sia sull’impiego di trattamenti strumentali.
Per riassestare l’equilibrio dell’apparato muscolo-scheletrico dell’ATM si utilizza in genere una combinazione di manovre eseguite dal fisioterapista esperto e di esercizi di distensione che vengono insegnati al paziente.
Per una buona riuscita della fisioterapia è molto importante che lo specialista si soffermi anche sui muscoli cervicali, eseguendo dei massaggi anche in questa zona o indicando al paziente gli esercizi da svolgere.
A livello di terapie strumentali, tra le più utilizzate troviamo la terapia con ultrasuoni. Questa terapia è utilizzata infatti per ridurre il dolore e la rigidità articolare. È inoltre indicata quando la causa del disturbo è legata allo sviluppo dell’artrite reumatoide per via dei suoi effetti antinfiammatori e analgesici.
Dispositivi ortodontici
Nel caso in cui il disturbo temporo-mandibolare sia dovuto a malocclusioni o al bruxismo, l’odontoiatra esperto potrà intervenire con specifici dispositivi ortodontici utili a correggere tali difetti.
Ad esempio, nel caso del bruxismo, è possibile adottare un dispositivo chiamato “bite” che evita o riduce il digrignamento notturno dei denti permettendo così di diminuire la tensione muscolare al risveglio.
Prevenzione
Al fine di prevenire i disturbi temporo-mandibolari è bene identificare i fattori di rischio che possono portare a disfunzioni dell’ATM.
Tra i fattori di rischio vi sono sicuramente lo stress e i disordini posturali.
Dunque, è bene cercare di tenere sempre sotto controllo il livello di tensione psicologica a cui si è sottoposti, al fine di evitare che lo stress si manifesti sottoforma di rigidità articolare e muscolare.
Inoltre, se ci si accorge di mantenere una postura scorretta durante le proprie attività quotidiane, è bene cercare di correggerla mediante corsi di ginnastica posturale.
La ginnastica posturale è utile per avviare un graduale processo correttivo del proprio equilibrio corporeo, prevenendo lo sviluppo di disturbi correlati a una postura scorretta, tra cui i disturbi temporo-mandibolari.
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