
Il mal di schiena è una patologia sempre più diffusa, causata dalla vita sedentaria e dalle posture scorrette
La lombalgia, meglio nota con “mal di schiena“, è una patologia che si sta diffondendo sempre di più. Civiltà e progresso hanno favorito tale aumento e negli ultimi tempi il tasso di riscontro è notevolmente aumentato. I fattori scatenanti più comuni sono sicuramente la vita sedentaria e le posizioni scorrette che si assumono durante il lavoro o durante lo studio. Tuttavia non bisogna pensare che lo sport sia la panacea di tutti i mali. La ricerca di sollievo per mezzo di lunghe sessioni sportive possono aumentare la lombalgia a causa dei microtraumi che possono usurare alcuni elementi della colonna vertebrale, soprattutto i dischi invertebrali. Difatti le statistiche dimostrano che il mal di schiena colpisce sia chi conduce una vita sedentaria sia chi svolge pratiche sportive.
Il mal di schiena e lo sport: i pro e i contro
Per evitare l’insorgere della lombalgia o il suo peggioramento, nella pratica sportiva occorre eseguire una buona prevenzione. Questo eviterà all’atleta l’abbandono forzata dalle attività o l’insorgere di mal di schiena una volta abbandonata l’attività agonistica. L’attività sportiva dovrà essere svolta in maniera corretta (sotto la supervisione di un esperto) e costante. Ciò migliorerà lo stato di salute e la forza e l’elasticità muscolare. Lo sport influenza positivamente anche le ossa, accrescendone la resistenza, ma soprattutto rende solida la colonna vertebrale, più dettagliatamente:
- migliora il nutrimento del disco delle cartilagini
- riduce la sensibilità ai dolori alla schiena
- aumenta la tolleranza del dolore
- diminuisce la possibilità di ricadute a chi ha sofferto di lombalgia
Se si riscontra l’insorgere l‘aumento del dolore durante l’attività sportiva occorre fermarsi un attimo e riflettere su come si sta svolgendo quel determinato sport.
La ricomparsa del dolore può essere infatti causato da tecniche imprecise o sbagliate, una scarsa preparazione atletica o sessioni di allenamento troppo intense. Quest’ultimo caso è frequente negli atleti agonistici e professionisti. Infatti chi pratica sport ad alto livello agonistico tende a dimenticare la propria salute psicofisica, concentrandosi a raggiungere prestazioni di successo attraverso estenuanti sedute di allenamento. L‘eccesso di attività sportiva sottopone i dischi invertebrali a elevate pressioni e a usura, senza dar loro il tempo di recuperare attraverso le pause dall’allentamento.
La lombalgia e il tennis
Il tennis non provoca più danni rispetto alle altre discipline sportive, sebbene la sua natura di sport asimmetrico lo fa vedere come una delle possibile cause di paramorfismi. In genere ha le stesse conseguenze del calcio, essendo uno sport in cui si lavora prevalentemente con gli arti inferiori in semiflessione. Nel tennis viene valorizzata molto la rotazione della colonna vertebrale. Durante il servizio troviamo il binomio Estensione e Rotazione, mente nell’eseguire il rovescio ci sarà Flessione e Rotazione. Questi gesti sottopongono i dischi intervertebrali a elevate pressione asimmetriche che causano una procede degenerazione. Durante il servizio vengono sollecitati concentricamente il grande e piccolo pettorale che insieme al gran dorsale e ai muscoli addominali (retto e trasversi) permettono l’esecuzione del gesto tecnico. Questi muscoli a lungo andare fissano la spalla in antepulsione e rotazione interna causando un prematuro conflitto del tubercolo maggiore con il tetto acromiale.
I movimento della schiacciata e del servizio, invece acuiscono la lordosi lombare. Questo succede a chi ha le spalle rigide e inarca la schiena per eseguire un movimento ampio.
Non dimentichiamoci che il tennis si basa anche su movimenti rapidi, bruschi scatti e continue torsione del busto. Una buona precauzione, oltre ovviamente a sottoporsi a un adeguato allenamento e riscaldamento, volto per massimizzare la mobilità delle spalle e della schiena, preferire cambi di gioco morbidi, possibilmente di terra battuta.