Cos’è il gomito del tennista

By 12 Aprile 2021Articoli
Gomito del tennista

Il Gomito del Tennista è una patologia tipica di chi pratica il tennis, anche se questa categoria di atleti non è l’unica che rischi di contrarla. Si tratta infatti di un’infiammazione dei tendini dell’avambraccio, i quali si irradiano a partire dall’epicondilo, ossia la parte più esterna del gomito. Per questo il suo nome scientifico è Epicondilite.

L’infiammazione è piuttosto dolorosa e si può aggravare al punto da limitare la mobilità dell’arto se non viene trattata nel modo giusto e nei tempi consoni. Date le sue caratteristiche, viene spesso scambiata per una contusione, motivo per cui si rischia di sottovalutare inconsapevolmente il disturbo. Poiché è causata da movimenti reiterati, sia in tensione che in estensione, ne soffrono con frequenza anche tutte quelle persone che per lavoro o altri motivi sono portati a piegare il gomito. La comparsa del Gomito del Tennista può sopraggiungere anche a seguito di movimenti repentini o traumi fisici.

Sintomi

Per poter riconoscere il gomito del tennista da una banale contusione è bene essere a conoscenza della sintomatologia comune.

  • Dolore: il primo campanello di allarme e si avverte a livello dell’epicondilo, la parte esterna del gomito. Si diffonde lungo tutto l’avambraccio fino a raggiungere la mano;
  • Gonfiore: la parte sofferente tende nella maggior parte dei casi a gonfiarsi;
  • Debolezza: stringere la mano coinvolta dal gomito del tennista diventa difficile e doloroso. Il fastidio si acuisce nel momento in cui si serra la mano o si tenta di afferrare un oggetto;
  • Picchi di dolore durante i movimenti: quando si effettuano movimenti che richiedono l’uso del braccio dolente, come stappare una bottiglia, aprire una porta, sollevare un peso oppure si pratica sport, il dolore diventa più intenso.

Nel caso in cui questo disturbo non fosse trattato adeguatamente, potrebbero insorgere ulteriori sintomi e degenerare in patologie più gravi che portano alla rigidità dell’articolazione. Il tendine si consuma e l’articolazione subisce calcificazioni e osteofiti che sono il preludio di artriti croniche.

Cause

Alla base del Gomito del Tennista si trova la sollecitazione eccessiva, sia in termini di forza che di frequenza, di uno o entrambi i gomiti. Sono i muscoli epicondilei estensori ad essere esposti al trauma, quelli che vengono maggiormente utilizzati durante una partita di tennis per colpire con decisione la palla con la racchetta.

Questo movimento, che nel quotidiano trova diversi applicativi, genera un’infiammazione dei muscoli e dei tendini: questi ultimi hanno la funzione di contenere e regolare il movimento in modo tale da assorbire l’energia impiegata per effettuarlo. I tendini dell’epicondilo servono per regolare anche i moti estensori del polso e delle dita, motivo per cui oltre al dolore si accusa anche debolezza.

In apertura abbiamo aggiunto che anche traumi fisici diretti o movimenti improvvisi possono recare danni ai tendini e i muscoli. Un forte impatto o un gesto innaturale e inconsulto sono causa di epicondilite tanto quanto lo potrebbe essere lo sforzo eccessivo e i movimenti ripetuti del gomito.

Diagnosi

Quando il dottore si trova a dover diagnosticare questa patologia, inizia verificando l’entità dei sintomi che si sono presentati. Segue l’anamnesi per individuare le abitudini del paziente, grazie alle quali si può intuire se il disturbo sia dovuto a pratiche quotidiane, traumi o altre cause, come la presenza di artriti reumatoidi.

Seguono una serie di test medici che vanno dalla palpazione dell’epicondilo all’utilizzo di macchinari per avere un’immagine più chiara del problema.

La pressione sulla zona dolorante, mentre il paziente effettua dei movimenti basilari come muovere il gomito o le dita, consente al medico di raccogliere informazioni sullo stato attuale del disturbo. Se necessario, seguiranno esami medici effettuati attraverso macchinari di imaging per completare il quadro clinico. Tra questi i più frequenti sono i Raggi X, la Risonanza Magnetica (o MRI) e l’elettromiografia.

Cura

La cura comincia dal riposo: non appena si avverte dolore e si comincia a sospettare l’epicondilite o una contusione, è importante interrompere immediatamente le attività che richiedono sforzi fisici. I sintomi possono protrarsi anche per mesi, motivo per cui se dopo una settimana non si notano miglioramenti, si deve parlare con uno specialista per accordarsi sulle terapie da intraprendere.

Le cure possono seguire due strade: la terapia conservativa e quella chirurgica. Solitamente la seconda viene presa in considerazione solamente se la prima non ha portato benefici, situazione che si verifica nel 10% dei casi, circa.

La terapia conservativa consiste nel seguire il metodo PRICE: Protezione, Riposo, Impacchi freddi, Compressione ed Elevazione. Questo processo di cure è spesso applicato in caso di traumi sportivi ed è valido sia come primo intervento che come terapia a lungo termine.

Proteggere l’arto dolorante con un tutore, se necessario, e applicare impacchi di giacchio sul gomito aiuta a lenire il dolore e ridurre l’infiammazione. Per la frequenza delle applicazioni di ghiaccio bisogna ricordare di non tenere la superfice fredda e la pelle a diretto contatto, evitare di sforare i 15 minuti ad applicazione e di effettuarle dalle 4 alle 8 volte al giorno.

Impacchi ghiaccio gomito del tennista

Se i sintomi sono particolarmente acuti, si ricorre ai Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), da assumere solamente se in accordo con il medico. Per la cura del gomito del tennista sono particolarmente indicati gel e pomate da apporre sulla zona dolorante, avvolgendo la zona con la pellicola trasparente (Domopack) la sera prima di andare a dormire e rimuovendo la fasciatura la mattina.

Sarebbe sempre opportuno eseguire nel periodo in considerazione, trattamenti di fisioterapia (crioultrasuoni, laserterapia, tecniche miofasciali di riequilibrio muscolare, tecarterapia) al fine di accelerare il processo di guarigione. Utili si sono rilevate anche le infiltrazioni di ozonoterapia

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Intervento Chirurgico

Nel caso in cui questo tipo di terapia non dovesse risolvere il problema dopo 6 o 12 mesi dall’inizio, si ricorre all’intervento chirurgico. A seconda delle condizioni del paziente e della patologia, l’approccio chirurgico può seguire diverse strategie. Raramente porta a complicazioni.  Non è quasi mai richiesto il pernottamento in ospedale si svolgono in day hospital.

Riabilitazione

Il processo di riabilitazione classico si basa su una serie di esercizi graduali di stiramento in flessione ed estensione, seguiti da rotazione del polso. Si richiede al paziente di mantenere la posizione per un lasso di tempo di non più di 30 secondi e di ripetere l’esercizio dalle 3 alle 5 volte. Se si avverte dolore durante la riabilitazione si eseguono differenti esercizi per  rieducare i tendini e i muscoli a determinati movimenti.

Prevenzione

Se abbiamo compreso le cause che portano all’insorgere dell’Epicondilite, diventa evidente come prevenire questo disturbo. Bisogna prestare particolarmente attenzione se si pratica sport o lavori pesanti, nei quali il gomito viene sollecitato con frequenza. I movimenti vanno eseguiti in maniera corretta e bisogna interrompere le attività quando si percepiscono dolori e fastidi al gomito.

La forma di prevenzione migliore è comunque l’attività fisica, soprattutto se mirata a tonificare e rendere più resistenti i muscoli dell’avambraccio. Altrettanto importante la corretta esecuzione del gesto atletico, la tensione delle corde nel tennis e  non ultimo la buona idratazione prima dell’attività sportiva.

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