Sindrome cervico-brachiale: cos’è la cervicobrachialgia

By 17 Settembre 2019Articoli
Cervicobrachialgia terapia manuale

La cervicobrachialgia è una patologia provocata dalla compressione di specifiche strutture in grado di causare una forte sofferenza a livello cervicale e brachiale.

Il dolore ha origine all’altezza del collo e si estende fino ad uno o entrambi gli arti superiori, passando per la spalla.

Può risultare particolarmente invalidante, soprattutto in fase acuta, durante la quale il soggetto subisce delle limitazioni nel movimento dell’arto coinvolto (o arti nel caso della cervicobrachialgia bilaterale).

Per quanto riguarda la sua epidemiologia, la sindrome cervico-brachiale interessa più frequentemente le persone, di età compresa fra i 35 e i 50 anni, che svolgono lavori manuali, specialmente ripetitivi.

Dal punto di vista di differenziazione di genere, invece, questa malattia colpisce in egual misura uomini e donne.

Inoltre, la cervicobrachialgia viene confusa talvolta con la cervicalgia, una patologia meno diffusa caratterizzata da un dolore localizzato esclusivamente nella zona cervicale.

Sintomi

La sindrome cervico-brachiale è caratterizzata principalmente da una sensazione di dolore (pulsante o bruciante) della durata di più giorni, che parte dalla zona cervicale e si irradia fino all’arto.

Tuttavia, i sintomi associabili a questa patologia sono molteplici, perciò non esiste un unico quadro clinico e in ogni soggetto che ne è affetto tale malattia potrà delinearsi differentemente.

Fra i sintomi più comuni possiamo citare:

  1. Alterazione di sensibilità: l’area colpita dal dolore risulta essere pesante, addormentata e rigida.
  2. Parestesie: fra le più diffuse citiamo il formicolio lungo l’arto, la sensazione di scosse elettriche e il senso di blocco muscolare.
  3. Riduzione di forza: si verifica un alterazione della componente motoria solitamente riguardante il muscolo deltoide e i muscoli costituenti la cosiddetta cuffia dei rotatori.
  4. Vertigini da cervicale.
  5. Mal di testa di origine cervicale
  6. Sonno disturbato: è molto agitato a causa del dolore che, quando si è in posizione supina, diventa più evidente
  7. Alterazione della temperatura

Cause

La cervicobrachialgia può essere provocata da problematiche localizzate a livello discale o da un’irritazione di muscoli o vasi sanguigni adiacenti alla zona cervicale.

Fra le cause più frequenti troviamo:

  • Ernia del disco cervicale: è una patologia della colonna causata dalla rottura del disco, che innesca la fuoriuscita del nucleo polposo e produce, così, la compressione delle radici nervose.
  • Disfunzione muscolare: posture errate o sforzi possono portare all’attivazione di una condizione di sofferenza biochimica all’interno di alcune fibre muscolari.
  • Sindrome dello stretto toracico: tale morbo si verifica quando ha luogo una compressione dei vasi sanguigni o dei nervi situati a livello dello stretto toracico.
  • Alterato assetto articolare: l’iperlavoro della muscolatura o l’errato posizionamento congenito delle superfici articolari a carico del collo e della spalla possono limitare il movimento.
  • Artrosi cervicale: è una malattia causata da vizi posturali o di sforzi eccessivi ripetuti del tratto cervicale.
  • Presenza di osteofiti: escrescenze ossee che possono collocarsi proprio attiguamente alla radice nervosa.
  • Traumi: lesioni, fratture, ferite, paralisi

Diagnosi

Per diagnosticare la sindrome cervico-brachiale è necessario attenersi all’iter proprio del processo diagnostico, che permette di evidenziare eventuali deficit funzionali del plesso nervoso.

In primo luogo, occorre eseguire un’anamnesi, ovvero raccogliere più dati possibili relativi alla sintomatologia che il paziente ha riscontrato.

Successivamente, è necessario svolgere un esame obiettivo neurologico, che consiste nell’effettuare un insieme di manovre diagnostiche per evidenziare alterazioni della normalità fisiologica.

Infine, bisogna condurre una serie di test strumentali che forniscono la conferma finale del quadro diagnostico individuato.

TEST STRUMENTALI PER LA CERVICOBRACHIALGIA

Nel caso della cervicobrachialgia i test strumentali chiariscono qual è la causa della compressione nervosa.

Possono essere eseguiti 4 tipi di indagine:

  1. Risonanza magnetica: è la tecnica più utilizzata. Effettuata a livello cervicale, consente di studiare i dischi, il midollo e le vertebre propri dell’area interessata.
    Non è in alcun modo nociva, ma è sconsigliato ai soggetti claustrofobici, che rischiano di fallire l’esame e provare malessere, in quanto avviene all’interno di una cabina chiusa.
  1. TAC: permette di valutare la condizione di tutte le strutture che compongono il livello cervicale e individuare eventuali compressioni nervose.
    Emette dosi maggiori di radiazioni rispetto alla risonanza. Queste quantità sono solitamente innocue, ma impongono ulteriori valutazioni nel caso in cui i pazienti siano donne in gravidanza o bambini.
  1. Elettromiografia: tale test, attraverso una serie di aghi posizionati nel muscolo, consente di monitorare la qualità della conduzione nervosa a livello degli arti.
    È particolarmente utile in caso di significative perdite di forza o di impoverimento del tono muscolare.
  1. Radiografia: è una particolare risonanza magnetica che analizza l’area toracica e permette l’individuazione di alterazioni presenti a livello dello stretto toracico.

Prevenzione

Attualmente non è stata ancora scoperta una strategia in grado di garantire una solida prevenzione per la cervicobrachialgia.
Possiamo, comunque, individuare alcune misure di sicurezza capaci di favorire il mantenimento di una corretta funzione del tratto cervicale e dell’arto superiore.

Per non andare incontro alle patologie strutturali sopra elencati è possibile:

  • Svolgere regolarmente esercizio fisico. Questo consente di mantenere una buona postura, una corretta vascolarizzazione e una funzionalità nervosa regolare.
  • Evitare carichi di peso elevati, attività fisiche pericolose o sforzi eccessivi. Tali comportamenti potrebbero causare, infatti, torsioni eccessive della schiena e gravare sulla colonna vertebrale.
  • Allungare quotidianamente i muscoli.
  • Seguire una sana alimentazione.
  • Eseguire controlli periodici presso professionisti del settore per resettare o inibire eventuali disfunzioni.

Come curarla: riabilitazione

Accertata la presenza di una sindrome cervico-brachiale è innanzitutto consigliabile un periodo di riposo, che permetta di evitare quei movimenti capaci di amplificare il dolore percepito.

Per curare la cervicobrachialgia si dovrà adottare, poi, una terapia conservativa e sintomatica, strategicamente studiata in base alle cause scatenanti.

In fase acuta questo trattamento prevede l’utilizzo di farmaci antinfiammatori, antidolorifici o  miorilassanti (come il paracetamolo o l’ibuprofene). Più raramente si fa ricorso a cortisonici e ad una terapia infiltrativa locale che può utilizzare anestetici o ozono.

Successivamente, è fondamentale intraprendere un percorso riabilitativo, articolato in base al grado di interessamento del deficit strutturale e funzionale.

Si compone di una terapia manuale effettuata da un fisioterapista che prevede  manovre di sblocco articolare ed esercizi di allungamento, posturali e di rafforzamento muscolare.

Inoltre, è possibile aiutarsi nel trattamento con macchine strumentali quali Tecar e Laser.

La riabilitazione si propone di far recuperare il range articolare nell’estensione del collo, di ridurre la sintomatologia dolorosa e di limitare al minimo le probabilità di recidiva.

Nel raro caso in cui non si siano ottenuti risultati soddisfacenti dopo un certo arco temporale è necessario prescrivere una terapia chirurgica finalizzata alla decompressione nervosa.

TECNICA Mc KENZIE

Una metodologia fisioterapica frequentemente scelta per trattare la cervicobrachialgia è stata elaborata da McKenzie.

Infatti, in caso di derangement discale il famoso fisioterapista propone di far eseguire autonomamente al paziente una serie di esercizi studiati ad hoc in grado di favorire il recupero della mobilità del disco e delle superfici articolari.

A chi rivolgersi

Nel caso in cui si percepisse un dolore localizzato e irradiato a livello del collo e degli arti è necessario, innanzitutto, rivolgersi ad un medico per ricevere una corretta diagnosi.

Si può ricorrere ad un neurologo, ad un ortopedico o ad un angiologo in quanto la causa è ortopedica, ma sono coinvolti anche nervi e vasi sanguigni.

Avuta conferma della patologia il trattamento conservativo dovrà essere svolto da un fisioterapista. Questo specialista dovrà costruire cicli di fisioterapia ad hoc in base alla problematica scatenante.

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